L’INSTABILITÀ POLITICA CRONICA MINACCIA LO STIMOLO FISCALE UE E LA CRESCITA
Dopo un anno di calma illusoria, la politica italiana torna alle solite cattive abitudini. A prescindere dal fatto che Conte resti o se ne vada, l’idea che un governo non possa operare in modo continuativo anche in piena pandemia e nel bel mezzo di una crisi economica dovrebbe essere alquanto scoraggiante. Le conseguenze economiche non si manifesteranno in un calo facilmente gestibile delle vendite al dettaglio o della produzione industriale. Saranno molto più sottili e insidiose. Ad esempio, possono ostacolare gli effetti positivi dei 209 miliardi di fondi UE al centro delle accuse di Renzi. Il lavoro di Ollivier Picek[1] suggerisce che questi, se totalmente assegnati, possano incrementare il PIL italiano di ben 14% del PIL 2020 nei prossimi 7 anni, vale a dire il 2% di crescita ogni anno. Ma questi fondi devono essere incanalati nell’ambito di una politica industriale coerente, e la loro attuazione continuamente monitorata. Le imprese devono poter disporre di un’ampia gamma di iniziative di investimento, ma i capitali vengono facilmente intimoriti dall’imprevedibilità del governo. Comunque vada, l’economia rimbalzerà energicamente una volta che la pandemia sarà alle nostre spalle. La domanda è “torneremo a crescere dell’1% o meno, anno dopo anno, quando le cose torneranno alla normalità?”
[1] “Spillover Effects From Next Generation EU”, Picek, Olivier (Intereconomics: Review of Economic Policy, Volume 55, 2020, No. 5)
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