SITUAZIONE COVID-19 IN AFRICA
MAROCCO: RIPARTONO I VOLI INTERNAZIONALI, UN SOLLIEVO PER IL SETTORE TURISTICO
Con la ripartenza dei voli internazionali, il Marocco ha riaperto le frontiere chiuse al turismo internazionale dal gennaio scorso. I visitatori provenienti dai paesi della lista A del Ministero della Salute del Marocco (Regno Unito, paesi dell’UE, ad eccezione della Lituania, Stati Uniti, Canada, Russia, Cina e qualsiasi paese membro delle Nazioni Unite non facente parte della lista B devono mostrare un test-PCR negativo al COVID-19 (non prima di 48 ore) o avere con sé il certificato vaccinale. I paesi facente parte della lista B (73 paesi) devono mostrare un test-PCR negativo e osservare un periodo di quarantena di 10 giorni. La decisione è stata presa quando il 20 giugno scorso il numero medio di sette giorni di nuovi casi confermati di covid per milione di persone è sceso a 10.6 (fonte: Oxford and John Hopkins universities) da 141 a novembre 2020. Sono stati registrati 394 casi su una media mobile di 7 giorni rispetto ai 5000 di novembre. Il 19 giugno, il 25% della popolazione ha ricevuto almeno una dosa, e il 22% è stata completamente vaccinata. Questo rappresenta un sollievo per il settore turistico, che nel 2019 contava sia direttamente che indirettamente per il 12,1% del PIL (fonte: WTTC) il cui contributo è crollato del 6,2% nel 2020. Considerato il calo del PIL marocchino (dal 12,3% all’8,7% secondo la Banca Mondiale), l’utile del settore è diminuito del 52% e il contributo del turismo al crollo del PIL è stato del 37%. Inoltre, la quota del turismo sull’occupazione totale è scesa dal 12,3% all’8,7% (da 334000 a 272000), senza contare i posti di lavoro mantenuti grazie al sostegno statale. La riapertura rappresenta un passo importante, poiché i visitatori internazionali, che si recano nel Paese principalmente per svago, rappresentano oltre il 60% delle entrate da turismo e contribuiscono per il 9,8% alle esportazioni (2020), in calo rispetto al 21% del 2019.
IL SUDAFRICA DEVE AFFRONTARE LA TERZA ONDATA DI COVID-19
Il Sudafrica è alle prese con una terza ondata di Covid-19. Il 20 giugno, la media di 7 giorni di nuovi casi confermati giornalieri ha raggiunto 192 per milione di persone, per un totale di 10891 (fonte: Oxford and John Hopkins universities). Il 22% dei test è risultato positivo. I casi stanno aumentando velocemente, malgrado si sia ancora lontani dal picco della seconda ondata dello scorso novembre, quando il numero più alto di casi giornalieri è stato di 18855. Questo a causa del basso livello di vaccinazioni: il 19 giugno, solo il 3,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e lo 0,6% era completamente vaccinato.
Per evitare il collasso delle strutture sanitarie, il 15 giugno il Presidente Cyril Ramaphosa ha decretato un lockdown livello 3. Il coprifuoco nazionale è stato spostato alle 22:00 (dalle 23:00) ora locale. La vendita di alcolici presso i punti vendita al dettaglio è consentita solo dalle 10:00 alle 18:00 dal lunedì al giovedì. Bar e ristoranti devono chiudere alle 21:00, mentre è vietato bere alcolici nei luoghi pubblici. Queste misure incentrate sull’assunzione di bevande alcoliche mirano a ridurre gli incidenti che portano al ricovero in ospedale. Anche gli incontri pubblici sono stati limitati a 50 persone nei locali chiusi e 100 all’aperto, mentre va utilizzato solo il 50% della superficie se non è possibile rispettare il distanziamento sociale. La partecipazione ai funerali, ritenuti fonte di contaminazione, è limitata a 50 persone.
Le autorità stanno prendendo in considerazione, forse già questa settimana, il passaggio a un livello di lockdown più elevato, come nelle due ondate precedenti, poiché i contagi sono già saliti e hanno cominciato a diffondersi da Gauteng in altre province. L’adozione di ulteriori restrizioni, potrebbe minacciare la ripresa economica 2021, che Coface prevede sarà moderata.
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