SUDAFRICA: LA FIDUCIA DELLE IMPRESE TORNA IN TERRITORIO NEGATIVO
Secondo l’ultima indagine BER/RMB, la fiducia delle imprese è tornata in territorio negativo, scendendo a 43 nel terzo trimestre da 50 nel secondo (un numero al di sotto della soglia di 50 significa che la maggior parte degli intervistati è sfiduciata nei confronti del clima economico prevalente). Ne è causa lo shock provocato dai disordini, accompagnati da saccheggi di negozi e blocchi dei trasporti nel KwaZulu-Natal e in parte del Gauteng, con conseguente calo della produzione registrato a luglio (-4,1% rispetto allo stesso mese del 2020 e -8% rispetto al mese precedente). Il calo di fiducia è molto più marcato per il settore manifatturiero rispetto al commercio al dettaglio e all’ingrosso. Ciò suggerisce che l’economia sia orientata verso una contrazione nel terzo trimestre. Tuttavia, con l’esaurirsi delle cause, ci si attende un miglioramento della fiducia delle imprese nelle prossime indagini, e un rimbalzo dell’attività.
Contemporaneamente, la fiducia dei consumatori rilevata dall’indagine BER/FNB, pur essendo ancora negativa, è migliorata da -13 nel 2° trimestre a -10 nel 3° trimestre. In passato, tale valore, che rappresenta il saldo netto tra le quote di persone che manifestano fiducia e sfiducia, ha oscillato tra -33 e +23, con una media di +2. Le famiglie hanno trovato sostegno nella reintroduzione in agosto del sussidio sociale (Social Relief of Distress Grant) a compensazione delle misure restrittive adottate per combattere la terza ondata di Covid e delle conseguenze dei disordini su reddito e occupazione, nelle indennità in denaro tra 1.200 e 1.695 rand da pagare il 16 settembre ai dipendenti statali e, infine, nell’accesso alle vaccinazioni per gli adulti tra i 18 e i 49 anni. Il tasso di vaccinazione completa ha ora raggiunto il 12% della popolazione. Il passaggio del lockdown Covid da livello 2 a livello 3 il 13 settembre, unitamente alla decisa riduzione dei nuovi contagi e dei decessi giornalieri, dovrebbe portare a un ulteriore miglioramento della fiducia delle famiglie.
SPAGNA: LE MISURE DEL GOVERNO PER IL SETTORE ENERGETICO
Il governo spagnolo ha presentato una serie di misure per cercare di contenere l’aumento delle bollette energetiche dei consumatori. Il piano, entrato in vigore giovedì 16, prevede una riduzione temporanea della tassa speciale sull’energia elettrica, dal 5,1% allo 0,5% (il minimo previsto dalle norme comunitarie) e un meccanismo per limitare i profitti straordinari ottenuti dalle compagnie elettriche grazie ai prezzi elevati del gas sui mercati internazionali. Il governo ha anche confermato la proroga fino a fine anno delle misure fiscali annunciate a fine luglio: sospensione della tassa sulla produzione di elettricità e riduzione temporanea dell’IVA sull’elettricità dal 21% al 10%.
L’aumento del costo del gas naturale negli ultimi mesi ha permesso alle compagnie elettriche di ottenere profitti notevoli, dato il modo in cui funziona il mercato all’ingrosso: i produttori di elettricità concordano le offerte per il giorno successivo e i prezzi sono stabiliti per ogni ora. Per soddisfare la domanda, si usano prima le tecnologie più economiche (come le rinnovabili, l’idroelettrico o il nucleare), ma quando queste non sono sufficienti, si ricorre alle tecnologie più costose come il gas, e tutte le tecnologie sono remunerate al prezzo di quella più cara, nonostante abbiano costi molto inferiori.
Per rimediare a una situazione considerata inaccettabile, il governo ha deciso di imporre tagli del 90% ai profitti ottenuti dalle imprese sopra i 20 euro/MWh (prezzo medio del gas negli ultimi anni). Si tratta di una soglia che vorrebbe garantire la copertura dei costi minimi, ritenuta però molto bassa dai provider di elettricità. Dopo l’approvazione delle nuove misure da parte del Consiglio dei Ministri, le principali imprese del settore, come Iberdrola ed Endesa, hanno assistito a un forte calo in borsa.
Le risorse finanziarie aggiuntive, che secondo il governo potrebbero raggiungere i 2,6 miliardi di euro, saranno allocate ad un fondo gestito dalla Commissione Nazionale per i Mercati e la Concorrenza, che le utilizzerà per ridurre le bollette energetiche. Questa misura rimarrà in vigore fino al 31 marzo 2022.
La questione è particolarmente rilevante perché la Spagna ha in programma una chiusura scaglionata delle centrali nucleari del paese nel periodo 2027-2035. Il paese prevede anche di eliminare gradualmente le rimanenti centrali a carbone entro il 2030; il gas naturale sarà quindi una fonte di elettricità controllabile fondamentale nel medio termine (insieme all’idroelettrico), per coadiuvare la crescita delle energie rinnovabili intermittenti come il solare e l’eolico.
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